Tre gradi di separazione
Ma come, non erano sei i gradi di separazione? 😉
Secondo la teoria sociologica, il mondo è così piccolo da permettere di arrivare da Tizio a Caio attraverso solo sei passaggi. Spiego meglio, aiutandomi con Wikipedia che lo racconta davvero bene. Negli anni Sessanta, lo psicologo americano Stanley Milgram volle mettere alla prova la teoria dei sei gradi di separazione con un esperimento. Chiese ad gruppo di persone di spedire un pacchetto ad altrettante persone che abitavano a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ognuno di essi conosceva solo il nome del destinatario, il suo impiego e la zona in cui risiedeva, ma non l’indirizzo preciso. Ognuno dei partecipanti inviò il pacchetto ad una persona di sua conoscenza che credeva potesse essere più vicina al destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso, e così via, fino a che il pacchetto non fosse stato consegnato al destinatario finale.
A dirla così, e considerando il periodo storico in cui questo esperimento si svolse, sembra davvero complicato riuscire a raggiungere il destinatario sconosciuto attraverso pochi contatti. Eppure, ogni pacchetto arrivò in cinque/sette passaggi. Da qui nacque l’espressione “sei gradi di separazione”.
I gradi di separazione di Facebook
Quindi, secondo la teoria dei sei gradi di separazione, ognuno di noi è collegato all’altro attraverso sei persone. Qualche anno fa, alcuni ricercatori italiani ripresero lo stesso esperimento su Facebook. Grazie al fatto che, sul social media, ci sono “amici” che non conosciamo direttamente, i passaggi si ridussero da sei a quattro.
Quando sono in aula, gioco sulla teoria dei quattro gradi di separazione dimostrando che l’ex Presidente Obama, su Facebook, non è poi così lontano.
Arriva a chi vuoi, tramite un amico in comune
Ricordi quando, a scuola, ti piaceva una persona? La prima cosa che facevi, era individuare l’amico in comune che potesse mettervi in contatto. Immaginiamo di poter fare lo stesso dal punto di vista professionale e lavorativo!
Le Pubbliche Relazioni si basano proprio su questo, e sulla capacità personale di ampliare sempre più la rete di contatti, non solo dal punto di vista digitale, ma anche e soprattutto umano. Una buona rete di relazioni, nella vita come nel lavoro, è come un edificio che si costruisce ogni giorno, e che necessita di capacità e competenze personali, empatia, ascolto attivo e istinto. Ma, soprattutto, generosità e disponibilità.
Naturalmente, costruire una buona rete di relazioni non è qualcosa che si fa in un giorno. Ma, con tempo e pazienza, umiltà e sorrisi, potrai far sì che il resto del mondo sia sempre più vicino.