Vita da Freelance

Oltre 40 giorni: tre cose che ho imparato

Sono oltre quaranta giorni che siamo chiusi in casa per via della pandemia e ho pensato di iniziare a fare un bilancio di questa esperienza così estrema.

Guardandomi indietro, più che quaranta giorni mi sembra un anno: se mi soffermo sulle foto fatte a Natale, o a Carnevale, il mondo di allora mi sembra così diverso!

In questo periodo non c’è stato un solo giorno in cui non abbia fatto qualcosa di nuovo, nella semplicità delle quattro mura di casa, cercando di migliorare degli aspetti personali e superare qualche limite. Imparando cose che, spero, mi porterò come insegnamento anche in futuro, se e quando il mondo tornerà ad una sorta di normalità.

Questa è la mia riflessione sugli obiettivi di miglioramento personali che sto cercando di fissare, per cercare di imparare piccole cose che potranno essermi utili in futuro.

La lentezza

Personalmente, posso raccontarti che, al netto delle ansie personali (!) non mi era mai successo di fermarmi e, in fondo, sto trovando anche dei lati positivi in questa esperienza: sto sperimentando la lentezza. 

Non mi ero mai resa conto di quanto tempo ho a disposizione nella giornata, prima di ora, e cerco di imparare da questa esperienza anche a fare le cose con più calma, concentrandomi di volta in volta su ciò che sto facendo. Quindi, niente multitasking durante l’isolamento.

E devo dire che, nonostante quanto si è sempre detto sul valore del multitasking, ho sperimentato che le cose vengono meglio se le fai con calma, una alla volta.

Mangiare bene e sano

“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si ha mangiato bene” diceva Virginia Woolf. Nella quotidianità, il tempo da dedicare a pensare e a preparare il cibo, nella mia vita, è sempre stato ridotto al minimo necessario.

Come tanti, ho iniziato a guardare tutorial di cucina e a sperimentare, con risultati discreti. L’obiettivo è quello di imparare a cucinare più sano anche per il futuro, quando sarà possibile trascorrere più tempo all’aria aperta e meno in cucina. Apprendere i segreti e le ricette che mi permettano di continuare a curare l’alimentazione senza ricadere del baratro del surgelato.

Ho imparato anche a programmare la spesa, volendo uscire solo una volta a settimana.

Viva i social!

La vita sociale, come la maggior parte delle persone, la sto vivendo online. Credo di non essere mai stata così attiva nel tessuto sociale cittadino come oggi: i social mi hanno permesso di conoscere aspetti diversi delle persone frequentate solo sporadicamente e rivalutarle per la forza d’animo, l’ironia, la solidarietà.

Facebook e Whatsapp si sono rivelati fondamentali per promuovere e portare avanti una piccola colletta dedicata all’acquisto di DPI per il reparto Anestesia e Rimanimazione dell’ospedale di zona. Senza grandi organizzazioni alle spalle, solo con un tam-tam di messaggi e post, fiducia e solidarietà.

Ho abbassato le difese rispetto alle regole che mi sono sempre data riguardo alla vita online. In questo periodo ho cantato, letto libri per bambini e condiviso esperienze sulla rete con le persone con cui le condividevo nel privato, lasciando da parte la vergogna e l’imbarazzo.

L’obiettivo è quello di imparare a prendere tante cose meno sul serio e dare il giusto peso alle cose.

Queste sono stati i miei obiettivi di miglioramento per i primi quaranta giorni di isolamento. Mi racconti i tuoi?

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