Educazione Digitale

Come e quando iniziare a parlare di privacy online ai bambini

Da genitori insegniamo ai nostri figli che esistono delle regole che agiscono sulla sicurezza e nella tutela della società civile. Così come insegniamo loro ad attraversare la strada, a non fidarsi degli sconosciuti e a mangiare in modo corretto e sano, al nostro ruolo genitoriale si è aggiunta una nuova forma di educazione, quella digitale.

Perché l’educazione digitale inizia da piccolissimi

Internet fa parte delle nostre vite e del nostro quotidiano. Al giorno d’oggi, un bambino appare sui social prima ancora che i nonni abbiano avuto la possibilità di ascoltarne il primo vagito. Dalla pancia della mamma, vanno direttamente sulla bacheca di Facebook. Anzi, a volte ancora prima: l’immagine sgranata della prima ecografia diventa per mesi un’immagine di profilo o una foto di copertina. 

Un bambino ha libero accesso al mondo digitale fin dai primissimi anni di età, quando inizia a guardare Peppa Pig su YouTube e a giocare con le app didattiche. Il primo smartphone arriva verso i nove o dieci anni, in occasione della prima comunione o del compleanno. E solo l’educazione e l’istinto digitali che avrà sviluppato lo indurranno a tracciare un margine tra pubblico e privato.

Come parlare di privacy online ai bambini

L’educazione parte dalle piccole cose. Anche quella digitale va fatta con gradualità, a seconda dell’età e dell’utilizzo che il bambino fa di Internet.

Un argomento importante da discutere è che la privacy è una moneta di scambio: per poter accedere a siti, social e app gratuitamente,  il bambino mette sul piatto i suoi dati personali, i suoi gusti, i suoi  interessi e il suo stile di vita.

Cerchiamo di stimolare il suo pensiero critico, facendo in modo che si domandi sempre il perché: perché i social sono gratuiti? E perché on line mi propongono pubblicità di oggetti che desidero acquistare? 

Come imparare a gestire la privacy online

 E’ necessario far capire al bambino che la sua privacy è un bene da difendere, a breve termine – per imparare a proteggersi – e a lungo termine, perché tutto ciò che mettiamo in rete rimane in rete.

Il bambino deve essere consapevole che i social e le chat non sono un gioco per condividere contenuti personali.

Come genitori possiamo porre l’accento su due aspetti principali.

La tutela della privacy passa anche da quello che non notiamo

Una foto messa on line può offrire più riferimenti sulla sua vita di quanto immaginiamo. Dalla foto del primo giorno di scuola a quella della lezione di karate, ogni volta che un contenuto va in rete è possibile localizzare il bambino e conoscere le sue abitudini e i suoi orari. E’ possibile riconoscere una scuola da un cancello, una palestra dal colore del muro, una casa dalla strada che si intravede sullo sfondo. Quindi, per difendere la propria privacy, i dettagli fanno la differenza.

Un contenuto online è per sempre

Anche se sta inviando una contenuto, un video o una foto, al suo amico del cuore con un messaggio privato, non è detto che resti privato. Con un semplice clic è possibile che quel messaggio arrivi a chiunque. Ecco perché è necessario pensare bene a cosa si condivide con gli altri e anche al fatto che quel contenuto rimarrà per sempre sulla memoria del device del suo amico, e potrà spuntare fuori anche ad anni di distanza.

Che altro possiamo fare noi genitori

Oltre a parlarne costantemente con i ragazzi e a condividere con loro dubbi e curiosità sull’esperienza digitale quotidiana, è possibile integrare l’educazione digitale nelle scuole. Se le vostre scuole non organizzano incontri con la Polizia Postale o con esperti, chiedete di organizzare – fin dalla primaria – attività pedagogiche legate alla dipendenza tecnologica, al cyberbullismo, all’adescamento on line, che siano di supporto al lavoro che si fa in casa.

E poi, è bello approfittare di questa passione per il mondo digitale che condividiamo tra generazioni, per scoprire insieme le opportunità di Internet, che non è un luogo da cui rifuggire, ma uno spazio ricco di occasioni per conoscere, imparare, mettere alla prova passioni ed interessi.

Se vuoi approfondire l’argomento dell’educazione digitale, puoi dare un’occhiata a Internet è come la Cioccolata, che può darti degli spunti di riflessione.