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Educazione Digitale

Diamoci da fare perché i social non siano solo cronaca di brutte notizie

Lo abbiamo visto con gli ultimi fatti di cronaca che hanno caratterizzato le tragedie del terremoto, nella prima settimana del governo Trump e nelle operazioni di salvataggio che hanno coinvolto l’hotel Rigopiano. Lo sperimentiamo ogni giorno sul web, e sui social in particolare: le cattive notizie attirano più attenzione delle buone notizie. 

I canali social, Facebook e Twitter in particolare, sono un luogo in cui le cattive notizie proliferano. Rimbalzano di persona in persona, e così diffondono un clima di apprensione, paura, ansia e provocazione.

Non è che a forza di raccontarci cose brutte, stiamo finendo per credere di essere dentro ad una brutta storia?

La settimana scorsa,  in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Francesco ha promulgato un messaggio dedicato all’informazione sui social media. Il Papa ha sottolineato come stia nascendo l'”abitudine a fissare l’attenzione su cattive notizie (guerre, terrorismo, scandali e fallimenti umani)”. E ha chiesto di “cercare di oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione” che regna in un contesto in cui “vale la logica che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia“.

Considerare solo i fatti negativi, raccontarli più volte con un’attenzione quasi morbosa verso il particolare sinistro, è come guardare la realtà attraverso un’unica lente: una lente che fissa l’attenzione solo sul brutto, e che, a lungo andare, potrebbe farci credere di essere circondati unicamente da esso. E quindi farsi prendere dallo sconforto, dall’ansia e dalla paura del fallimento.

E così, lasciare che la disinformazione, l’odio e l’insoddisfazione attecchiscano come gramigna.

Nel mondo ci sono tantissimi colori da cui farsi incantare: milioni di sfumature che ci perdiamo per concentrare la nostra attenzione solo sul nero. 

Sarebbe bello cercare di prestare più attenzione alla bellezza e alle notizie positive.

C’è qualcosa che possiamo fare tutti per invertire la rotta: cambiare il nostro modo di soffermarci a raccontare. Che non significa ignorare le cattive notizie. Ma compensarle attraverso la bellezza, la positività, la speranza. Utilizzare, tornando all’esempio di prima, una doppia lente per guardare la realtà, fissando l’attenzione anche su tutti gli altri colori.

Quando viene fatta una segnalazione a buon fine, Facebook dice “Grazie per averci aiutato a rendere Facebook un luogo migliore”. Ecco, cerchiamo di renderlo un luogo migliore anche cercando di portare, nel nostro piccolo angolo virtuale, un sorriso, una buona notizia, un motivo di speranza e fiducia.

Un esercizio quotidiano alla bellezza.

Che inizierà sui social, ma non terminerà sicuramente lì.